Nonostante la volatilità, nel 2021 i fondi negoziali e quelli aperti hanno reso il 4,9% e il 6,4%. Pip all’11%, ma restano i più onerosi. Il Tfr si ferma al 3,6%
Anche nel 2021, nonostante la volatilità dei mercati, i rendimenti dei fondi pensione risultano superiori alla rivalutazione del Tfr. Lo certifica la Covip, la Commissione di vigilanza del settore, nella sua consueta relazione annuale.
Fondi pensione meglio del Tfr
Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, infatti i fondi negoziali e i fondi aperti hanno avuto in media un rendimento pari, rispettivamente, al 4,9% e al 6,4%. Per i Pip nuovi di ramo III, il rendimento è stato dell’11%. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato pari all’1,3%. Nello stesso periodo il Tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, del 3,6%.
I fondi pensione hanno reso di più anche negli ultimi 10 anni
Considerando gli ultimi 10 anni, il rendimento medio annuo dei fondi pensione negoziali è stato del 4,1%, quello dei fondi pensione aperti il 4,6% e quello dei Pip ‘nuovi’ di ramo III il 5%. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua del Tfr è stata dell’1,9%.
“Pur con un’elevata volatilità, l’andamento dei mercati finanziari nel 2021 è stato nel complesso positivo grazie alle iniziative messe in atto da governi e banche centrali per fronteggiare la pandemia, sostenendo la domanda a livello globale e alla diffusione dei vaccini, con il conseguente allentamento delle restrizioni. Ne hanno beneficiato anche i rendimenti dei fondi pensione”, sottolinea la Covip.
Fondi pensione negoziali i meno onerosi
Oltre all’asset allocation adottata, alle differenze di rendimento tra le forme contribuiscono anche i divari nei livelli di costo. I Pip restano i prodotti più onerosi: su un orizzonte temporale di dieci anni, l’Indicatore sintetico dei costi (Isc) è in media del 2,18% (1,88% per le gestioni separate di ramo I e 2,34% per le gestioni di ramo III).
Si osserva inoltre una accentuata dispersione dei costi dei Pip offerti sul mercato. Si conferma, invece, la minore onerosità dei fondi pensione negoziali: sul medesimo orizzonte temporale, l’indicatore è dello 0,45%. Dell’1,36% invece quello dei fondi aperti.