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Imu, ultime ore per versare l’acconto: le regole 2023

bonus prima casa

La prima rata Imu va pagata entro venerdì 16 giugno. E quest’anno ammonta alla metà di quanto versato nel 2022. Il saldo a dicembre. Le cose da sapere

La scadenza per il versamento dell’acconto Imu 2023 è imminente. Entro venerdì 16 giugno i proprietari di casa dovranno infatti pagare la metà di quanto versato a titolo di Imu nel 2022. Il saldo dovrà invece essere versato entro il 16 dicembre (quest’anno il 18 perché il 16 è un sabato). E si baserà sulle delibere comunali pubblicate sul sito del Mef entro il 28 ottobre di ciascun anno di imposta.

Secondo quanto emerge dal rapporto Imu 2023 elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio, gli italiani si preparano a versare 11 miliardi di euro. Il cui gettito complessivo annuo sarà di 22,1 miliardi di euro (18,1 miliardi di euro ai Comuni e 4 miliardi allo Stato).

Imu, 1.074 euro il costo medio complessivo per una seconda casa

Saranno chiamati ai versamenti oltre 25,3 milioni di proprietari (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) di immobili diversi dall’abitazione principale (seconde case, seconde pertinenze, negozi, capannoni, alberghi ecc.).  Il costo medio complessivo dell’Imu calcolato su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia sarà di 1.074 euro medi (537 euro per l’acconto di giugno), con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Il costo maggiore si registra a Roma, con 2.064 euro, e Milano, con 2.040 euro in media. Seguono Bologna con 2.038 euro, Genova con 1.775 euro e Torino con 1.745 euro. I più fortunati sono invece i proprietari di seconde case ad Asti (in media 580 euro), Gorizia (585 euro) e Catanzaro (659 euro).

Prima casa e alluvionati

L’Imu non è dovuta per le prime case a meno che non si tratti di abitazioni di lusso appartenenti alle categorie catastali A71, A/8 e A/9. Il costo medio è di circa 2.623 euro con 1.307 euro solo per l’acconto. 

Fino al 20 novembre 2023 è invece sospeso l’acconto per gli immobili nelle zone colpite dalle alluvioni in Romagna, Marche e Toscana (l’elenco dei Comuni è allegato al decreto-legge 61/2023 e comprende città come Ravenna, Forlì, Cesena, Pesaro e Urbino). Per quanto riguarda invece i fabbricati danneggiati, le regole generali dell’Imu prevedono una riduzione del 50% dell’imponibile per quelli “dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati”, per il periodo in cui si verifica tale condizione. 

L’Imu sui terreni agricoli e gli immobili occupati

L’Imu va versata anche sui terreni, tranne quelli montani e collinari (individuati dalla vecchia circolare 9/1993) o posseduti e condotti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (ovunque ubicati). Per la prima volta quest’anno, invece, non andrà pagata sugli immobili occupati abusivamente. Una novità del 2023 condizionata però dall’aver fatto denuncia o aver iniziato un’azione in sede penale.

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