In 12 mesi il costo di un mutuo a tasso fisso è salito del 29%, mentre i variabili sono rincarati del 22%. Ma la legge di Bilancio ha prorogato il fondo per la sospensione e cambiato alcune regole della rinegoziazione
Negli ultimi 12 mesi il costo di un mutuo è cresciuto del 29% per il tasso fisso e del 22% per il variabile. È quanto emerge dall’Osservatorio di MutuiOnline.it, secondo cui comparando le offerte medie, e non le migliori, l’aumento del costo sarebbe addirittura di oltre il 30%. Secondo l’analisi, in media i tassi a 20 e 30 anni sono tornati sui livelli del 2016 e si sono attestati sul 2,33% il fisso e sull’1,53% il variabile, in impennata rispetto al 2021.
Va detto, sottolinea lo studio, che nel quarto trimestre si e’ assistito a un continuo aumento dei tassi variabili, spinti dai rialzi dei tassi di riferimento da parte della Bce, e a una sostanziale stabilizzazione, se non leggero calo, dei tassi fissi. A 2022 chiuso, quindi ,la differenza tra il costo medio dei mutui fissi (3,42%) e variabili (2,91%) raggiunge circa 50 punti base, in forte riduzione rispetto ai 173 punti base di luglio, quando il tasso fisso era già oltre il 3% e il variabile sotto l’1,5%. Questa situazione ha agito da volano per il ritorno delle surroghe (raddoppiate sul totale del mix rispetto al pari periodo del 2021).
Mutui, cosa fare se la rata pesa troppo
Per aiutare gli italiani in difficoltà, sottolinea Confconsumatori, la Legge di Bilancio ha prorogato il fondo per la sospensione dei mutui sulla prima casa. E ha anche previsto l’obbligo per le banche, in alcuni casi, di accettare la rinegoziazione del mutuo trasformandolo da tasso variabile a tasso fisso.
“Si tratta di strumenti utili per quei cittadini che vivono un momento di difficoltà economica e che faticano a onorare i pagamenti delle rate: Confconsumatori è pronta a fornire informazioni e assistenza”, spiegano dall’associazione..
La sospensione del mutuo
Il ‘Fondo di sospensione mutui per l’acquisto della prima casa’ prevede la possibilità di beneficiare della sospensione del pagamento delle rate del mutuo, fino a un periodo massimo di 18 mesi, al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà: invalidità, morte, perdita o sospensione del lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, calo del fatturato superiore al 33% su base trimestrale per i lavoratori autonomi.
Come ricorda Confconsumatori, sono ammessi mutui per un importo massimo di 400mila euro. Il Fondo sostiene fino al 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione ed è confermato lo stop al pagamento delle rate anche per i mutui già ammessi ai benefici del Fondo per i quali sia ripreso, per almeno tre mesi, il regolare ammortamento delle rate. Per ottenere la sospensione non occorre presentare l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee), è sufficiente depositare alla banca che ha concesso il mutuo la domanda, con la documentazione necessaria, disponibile sul sito di Consap.
La rinegoziazione
Per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile ora i tassi di interesse fissati dalla Bce sono aumentati, facendo rialzare anche la rata mensile. È sempre possibile chiedere alla banca di trasformare il tasso variabile in tasso fisso, ma dopo la Legge di Bilancio – per alcuni tipi di mutuo – la Banca oggi è obbligata ad accettare la domanda (comma 322 della Legge n.197/2022).
Confconsumatori spiega che possono beneficiare di questa agevolazione solo i mutuatari con reddito Isee non superiore a 35mila euro, in regola con il pagamento delle rate, che per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione, hanno acceso mutui ipotecari con stipula o accollo prima primo gennaio 2023; con importo originario non superiore a 200mila euro e con tasso variabile per tutta la durata del contratto.
«Le condizioni di rinegoziazione – spiega l’avvocato Antonio Pinto di Confconsumatori – consistono nell’applicazione del tasso annuo nominale fisso con un tetto prefissato. Il nuovo tasso fisso si calcola sommando allo spreadNel mondo dei prestiti, per spread si intende il ricarico ch... Leggi originariamente previsto nel contratto di mutuo, il minore tra l’Irs (Interest Rate Swap) a 10 anni e l’Irs pari alla durata residua del mutuo. Inoltre, si potrà concordare o l’applicazione del nuovo tasso fisso per un periodo inferiore alla restante vita del finanziamento, oppure un allungamento del piano di rimborso per massimo 5 anni sempre che, al momento della rinegoziazione, la durata residua del mutuo non superi già i 25 anni”.