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Perché Tesla piace (a questi prezzi)

Smart Bank resta ottimista sulle prospettive di Tesla. Ma i rischi non mancano. L’analisi

I primi di gennaio Tesla ha tagliato i prezzi in modo aggressivo per la terza volta in Cina. L’azienda di proprietà d Elon Musk ha anche offerto sconti negli Stati Uniti per chiudere l’anno, offrendo prima 7.500 dollari di ribasso solo sui modelli Model 3 e Y, per poi estendere questa offerta ai veicoli Model S e X più costosi. 

“È una mossa aggressiva – commenta Antonio De Negri, ceo di Smart Bank – che l’azienda si può permettere e che deve fare per gestire il ‘first mover advantage’. Tesla ha infatti un modello di distribuzione diretta e grazie a questo può agire in modo così deciso. Si tratta probabilmente dell’unica azienda che può permettersi di sacrificare il margine per la crescita, perché la maggior parte del settore passa attraverso i concessionari e non può competere a questo livello”.

Ovviamente questa libertà di movimento non sgombra il campo da alcuni potenziali elementi critici. In particolare, il timore principale di De Negri è che il calo della domanda possa avvenire mentre Tesla sta aumentando le sue fabbriche e quindi in un momento in cui i volumi di produzione target devono essere rispettati. “L’ambizione di Tesla di aumentare costantemente le consegne di veicoli del 50% all’anno ne ridurrà i margini – osserva -. Oggi questi ultimi sono alti perché produce pochi modelli su larga scala e li vende a prezzi premium. Una vera e propria guerra di marketing per occupare market share come valore futuro, costi quello che costi. In sintesi: è impossibile valutare Tesla usando solo i fondamentali”.

Ora però le azioni Tesla vengono scambiate a circa 30 volte gli utili attesi durante l’anno appena iniziato (più del mercato dei peers), ma ai minimi storici. “Toyota ad esempio vale 9 volte. Quindi è lecito farsi delle domande” sottolinea l’esperto, che però rimane ottimista sulle prospettive finanziarie di Tesla, grazie anche a un’attesa di utili pari a circa 13 miliardi di dollari per il 2022, più del doppio della cifra dell’anno precedente. 

“Unica condizione che vediamo – conclude De Negri -, è che la crescita degli utili deve essere molto forte e progressiva per convincerci. E deve crescere la quota di mercato. Tesla vale come Toyota, ma con un terzo dei ricavi e quindi è corretto essere analitici e guardare la progressione futura come main driver. La storia ci racconterà una strategia di marketing che verrà studiata nelle migliori università come case study. Non è ancora chiaro però se come modello di un grande successo o di una grande sconfitta”.

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